Lina Wertmuller Morte:- È stata licenziata da undici licei cattolici prima di scegliere il teatro dei burattini, fondare una compagnia prima di diventare assistente di Federico Fellini in Otto e mezzo. La sua compagna di scuola, Flora Carabella, la presentò a suo marito, Marcello Mastroianni. Il suo film d’esordio, I basilischi (1963), mostra l’impatto del maestro creatore di Amarcord. Fellini è la sua ispirazione. È stato un vincitore del Festival di Locarno.

Lina Wertmüller, 93 anni, è morta dopo una lunga malattia. Nel 1977, con il film Pasqualino Settebellezze, diventa la prima donna ad essere nominata per un Academy Award. Un amico di famiglia ha informato il Corriere della Sera della sua morte attraverso i social. Fu sepolto lì.
La vita di Lina Wertmuller è stata piena di opportunità di interazioni e amicizie che apprezzerebbe per la sua crescita professionale. Sposata con Marcello Mastroianni (con il quale recita nel film del 1978 “Fatto di sangue”), Flora Carabella viene avvistata nel cortile della scuola. Secondo il titolo del film, sono previsti movimenti politici (che è stato insignito del Guinness World Record per il titolo più lungo nella storia del cinema). Giancarlo Giannini è un attore famoso.
Lina, ancora giovane, è affascinata dal mondo del cinema e del teatro, dove si unisce all’Accademia Teatrale di Pietro Sharoff e dirige un gruppo di burattini. È co-fondatrice della Canzonissima e del “Giornalin”.. e Napoli Canta! “di Armando Grottini; appare poi nel film “La dolce vita” di Federica Fallina come assistente alla regia. A girato tra Basilicata e Puglia gli è valso l’Orso d’argento al Festival di Locarno nel 1963, e nel 1968 ha diretto un Western italiano con protagonista l’incantevole Elsa Martinelli.
Wertmüller è nata nel 1928 a Roma, figlia di una signora romana e di un aristocratico svizzero. È figlia di un romano e di un aristocratico avvocato svizzero. Il suo nome completo era Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich. Ha studiato teatro e ha lavorato come attrice in Canzonissima e sul set dello spettacolo teatrale Il giornalino di Gian Burrasca, che ha anche diretto.

La sua fama si diffuse nel 1972 grazie a Mimi Metallo, commedia di costume siciliana con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato. Le figure di questa coppia fetish si radunavano regolarmente davanti alla sua telecamera. I tirapiedi sono toporagni obesi, prostitute colorate e potenti orchestre che si rimpinzano di rutti e scoregge. Un operaio italiano incastrato tra un gruppo mafioso e una moglie vulcanica è il soggetto di Mimi Metallo… Esibisce l’estetica del regista e un’atmosfera carnevalesca, contrastando primi piani di volti di mostri con momenti banali esagerati.
La lunghezza del titolo dei suoi film è un marchio di fabbrica. Il Guinness dei primati ne ha uno (Fatto di sangue fra due uomini per una vedova-si sospettano moventi politici, ovvero “fatto di sangue tra due uomini per una vedova-si sospettano motivazioni politiche”; l’edizione francese scelse la traduzione di amore e sangue).
L’anno successivo reciterà in due film. Un contadino anarchico nascosto in un bordello trama per uccidere Mussolini; ha ricevuto all’espressionista Giancarlo Giannini il premio per l’interpretazione maschile a Cannes. Dal cuoco alla cameriera, dallo scassinatore alla prostituta, tutti sono al loro posto e niente va. Nel 2012 Mondadori pubblicherà le memorie del regista con questo titolo.

Ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema all’inizio degli anni ’50, prima come segretaria di redazione, poi come registrar per La dolce vita di Federico Fellini. MyMovies ha definito il suo film d’esordio, I Basilischi, una “tenera satira della regione del sud”.
Tra il 1970 e il 1980 è stato una delle figure più importanti del cinema politico italiano, dirigendo sia tragedie che commedie, che in questo discorso vedono protagonisti i maschi. Destinazioni inaspettate sull’azzurro mare di agosto: una fucina metallurgica mim in onore del popolo di Mim. Sto cercando un bel film sull’amore e l’anarchia.